Rita Bartolini
8 ottobre 2019 Istituto Superiore “Falcone”- Gallarate
11 ottobre 2019 Malpensa Fiere
Il termine workshop è nato per indicare inizialmente i laboratori in cui, materialmente, si costruiva qualcosa finalizzato alla realizzazione di un apprendimento. Successivamente (con lo sviluppo delle professioni basate sul design e la creatività), il significato del termine si è allargato andando ad indicare gli incontri in cui tutti coloro che partecipano sono parte attiva, condividono idee e soluzioni, fino al raggiungimento di risultati di apprendimento concreti.
Schema del nostro lavoro sarà il seguente:
1. Un primo momento di orientamento argomentativo
2. Un secondo momento di esempi su cui riflettere
3. Un terzo momento di confronto.
L’orientamento scolastico pensato per alunni con BES può rappresentare un momento potenzialmente favorevole o di alta criticità per i genitori, per i docenti per gli alunni.
Che l’evento sia positivo o che sia negativo, in entrambi i casi tale evento lo è non perché si presenta improvvisamente al termine del triennio della scuola superiore di primo grado, ma appunto perché lì, in quel preciso momento, si compie, come se vi fosse un filtro, la rendicontazione di quanto è stato realizzato e investito in quella direzione in tutti gli anni precedenti. Cosa resta nel vaglio dell’analisi in questa fase interrogativa (fase caratteristica per tutti gli alunni), che cosa compare e viene selezionato affinché indirizzi alla scelta, o, almeno, ad un’area di scelta? Non è detto che per tutti si riesca a rintracciare qualcosa di significativo e di specifico, per alcuni resta nebbiosa e incerta la situazione e la scelta soprattutto se, nel corso degli anni, non è avvenuto un costante mettere in conoscenza e archiviazione delle informazioni, evidenze, registrazioni, di quegli elementi in grado di profilare l’indirizzo di crescita e di esistenza. Certo possiamo affermare che il dopo sul quale si riflette, e per il quale è richiesta una scelta di indirizzo, rappresenta per molti studenti l’ultimo momento di formazione scolastica, momento superato il quale, ognuno nei suoi tempi, avviene l’inserimento nel mondo del lavoro che socialmente sancisce l’ingresso nell’età adulta.
Se questo momento è descrivibile come momento delicato per tutti gli studenti, la delicatezza rischia di diventare fragilità per quell’area di studenti con BES la cui cornice personologica ed esistenziale si caratterizza sotto un’attenzione definita Speciale.
Per alcuni di loro l’aspetto speciale può riguardare l’area cognitiva, per altri l’area emotiva, per altri l’area fisica, per altri quella socio-economica-culturale, per altri ancora l’incrocio di più aree.
Pensare che gli aspetti caratterizzanti l’aspetto “speciale” emerga solo adesso, in fase di orientamento e di scelta, portando a tema un solo aspetto della scelta: ovvero quello che afferma il cosa gli è vietato fare e scegliere, significa, realisticamente, avere messo al buio, per lungo tempo, gli aspetti caratterizzanti la specialità differendo in un ipotetico tempo dopo, ciò che in realtà avrebbe dovuto essere il tempo sempre.
L’orientamento, pensato per alunni BES, è l’atto costante che sostiene e motiva le scelte educative di ogni giorno. E certo se le aree del bisogno hanno una densità e una specialità severa l’orientamento deve accompagnare, con altrettanta severità e serietà, le scelte di tutti gli adulti che accompagnano la crescita di questo studente.
Il tema allora non è tanto l’orientamento, ma il progetto di crescita che contiene l’orientamento perché pensa e rende pensabile il futuro di quello studente.
In questo progetto l’aspetto più significativo consiste nel fatto che tutte le aree del sistema devono venire toccate. Cosa si vuole dire: che l’orientamento riguarda la capacità di entrare nel sistema di orientamento di tutti gli adulti che sono coinvolti onde evitare l’improvvisazione generata dall’urgenza.
Nel contesto scolastico, ad esempio, l’osservazione continua registra gli aspetti più significativi e costanti relativi alle conoscenze, abilità, competenze, maturate e certificabili, e consente di illimpidire la visione concreta della situazione di crescita dell’individuo in termini di progresso reale sui versanti: cognitivi, affettivo-relazionali, delle autonomie.
I principi generali che guidano l’azione raccordata e vicendevole di tutti i soggetti in “scena” sono:
Il termine workshop è nato per indicare inizialmente i laboratori in cui, materialmente, si costruiva qualcosa finalizzato alla realizzazione di un apprendimento. Successivamente (con lo sviluppo delle professioni basate sul design e la creatività), il significato del termine si è allargato andando ad indicare gli incontri in cui tutti coloro che partecipano sono parte attiva, condividono idee e soluzioni, fino al raggiungimento di risultati di apprendimento concreti.
Schema del nostro lavoro sarà il seguente:
1. Un primo momento di orientamento argomentativo
2. Un secondo momento di esempi su cui riflettere
3. Un terzo momento di confronto.
L’orientamento scolastico pensato per alunni con BES può rappresentare un momento potenzialmente favorevole o di alta criticità per i genitori, per i docenti per gli alunni.
Che l’evento sia positivo o che sia negativo, in entrambi i casi tale evento lo è non perché si presenta improvvisamente al termine del triennio della scuola superiore di primo grado, ma appunto perché lì, in quel preciso momento, si compie, come se vi fosse un filtro, la rendicontazione di quanto è stato realizzato e investito in quella direzione in tutti gli anni precedenti. Cosa resta nel vaglio dell’analisi in questa fase interrogativa (fase caratteristica per tutti gli alunni), che cosa compare e viene selezionato affinché indirizzi alla scelta, o, almeno, ad un’area di scelta? Non è detto che per tutti si riesca a rintracciare qualcosa di significativo e di specifico, per alcuni resta nebbiosa e incerta la situazione e la scelta soprattutto se, nel corso degli anni, non è avvenuto un costante mettere in conoscenza e archiviazione delle informazioni, evidenze, registrazioni, di quegli elementi in grado di profilare l’indirizzo di crescita e di esistenza. Certo possiamo affermare che il dopo sul quale si riflette, e per il quale è richiesta una scelta di indirizzo, rappresenta per molti studenti l’ultimo momento di formazione scolastica, momento superato il quale, ognuno nei suoi tempi, avviene l’inserimento nel mondo del lavoro che socialmente sancisce l’ingresso nell’età adulta.
Se questo momento è descrivibile come momento delicato per tutti gli studenti, la delicatezza rischia di diventare fragilità per quell’area di studenti con BES la cui cornice personologica ed esistenziale si caratterizza sotto un’attenzione definita Speciale.
Per alcuni di loro l’aspetto speciale può riguardare l’area cognitiva, per altri l’area emotiva, per altri l’area fisica, per altri quella socio-economica-culturale, per altri ancora l’incrocio di più aree.
Pensare che gli aspetti caratterizzanti l’aspetto “speciale” emerga solo adesso, in fase di orientamento e di scelta, portando a tema un solo aspetto della scelta: ovvero quello che afferma il cosa gli è vietato fare e scegliere, significa, realisticamente, avere messo al buio, per lungo tempo, gli aspetti caratterizzanti la specialità differendo in un ipotetico tempo dopo, ciò che in realtà avrebbe dovuto essere il tempo sempre.
L’orientamento, pensato per alunni BES, è l’atto costante che sostiene e motiva le scelte educative di ogni giorno. E certo se le aree del bisogno hanno una densità e una specialità severa l’orientamento deve accompagnare, con altrettanta severità e serietà, le scelte di tutti gli adulti che accompagnano la crescita di questo studente.
Il tema allora non è tanto l’orientamento, ma il progetto di crescita che contiene l’orientamento perché pensa e rende pensabile il futuro di quello studente.
In questo progetto l’aspetto più significativo consiste nel fatto che tutte le aree del sistema devono venire toccate. Cosa si vuole dire: che l’orientamento riguarda la capacità di entrare nel sistema di orientamento di tutti gli adulti che sono coinvolti onde evitare l’improvvisazione generata dall’urgenza.
Nel contesto scolastico, ad esempio, l’osservazione continua registra gli aspetti più significativi e costanti relativi alle conoscenze, abilità, competenze, maturate e certificabili, e consente di illimpidire la visione concreta della situazione di crescita dell’individuo in termini di progresso reale sui versanti: cognitivi, affettivo-relazionali, delle autonomie.
I principi generali che guidano l’azione raccordata e vicendevole di tutti i soggetti in “scena” sono:
La coerenza
· L’utilità
· La responsabilità contestuale
· La continuità
· La documentazione
· La temporalità
· La consapevolezza
Il raccordo è dato da tre principi essenziali:
· L’indipendenza e l’autonomia
· Il dopo di noi
· L’aiuto reciproco.
Cosa va evitato:
· La delega sostitutiva
· L’enfasi
· Il rispecchiamento.
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