21/03/2020
In qualità di operatori in uno studio ad indirizzo pedagogico - clinico ci siamo interrogati su questo momento di particolare gravità che tutti stiamo vivendo. Ci sembra corretto condividere, con tutte le persone che a più titolo collaborano con noi: Genitori, Insegnanti, Ragazzi/Ragazze, Bambini/Bambine, Colleghi/Colleghe, queste poche parole a cui vorremmo fare riferimento in tutti gli atti di lavoro e di aiuto che siamo capaci di fornire dovendo e volendo certamente continuare le nostre attività in formato on line.
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In relazione alle numerose discussioni che, in questi anni, si sono aperte sui cosiddetti “Bisogni Educativi Speciali”, crediamo che questa situazione possa, proprio ora, divenire, realmente e densamente un momento di “Bisogno Educativo Speciale”, assolutamente urgente.
Allora è per noi opportuno chiarire a cosa fanno riferimento questi tre termini, in questa specifica situazione di allerta e attenzione.
Siamo nel Bisogno, perché abbiamo bisogno di sentirci persone ogni giorno. Un fenomeno “virale” a livello pandemico come quello in cui ci troviamo, è un fatto eccezionale, ma gli atti della nostra vita sono fatti assolutamente non eccezionali che, proprio per questo, vanno protetti, custoditi, apprezzati e curati.
Noi non siamo in grado di sostituirci agli scienziati che si occupano di questa pandemia. A loro va il nostro pensiero e il nostro grazie. Ma siamo certamente in grado di occuparci, con la stessa serietà e lo stesso impegno, dei nostri doveri quotidiani che ci competono e a cui siamo chiamati.
Ad esempio, il grande sforzo che la maggior parte delle Scuole mette in campo per mantenere la didattica attiva, accessibile e comunitaria, va proprio nella direzione dell’aiutare Docenti, Genitori, Bambini, Ragazzi, Operatori, a conservare i vissuti quotidiani, “normali”. Presentare proposte ben organizzate, tutorial rasserenati da reali sorrisi, proposte di compiti adeguati e comprensibili è certo dovere dei Docenti. Ma partecipare, rispettare gli orari, eseguire i compiti, presentarsi attivi e in ordine, è la risposta al Bisogno di rimanere “persona” per ogni bambino e adolescente.
Siamo nell’Educativo, perché l’Adulto, chiunque esso sia, è il modello più vicino, più prossimo per i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze. Siamo tutti a casa. Siamo tutti estremamente approssimati, facilmente e immediatamente osservabili e controllabili. Per l’Adulto, coinvolto com’è in grandi responsabilità, restare sereno e tranquillo diventa davvero difficile e comunque molto faticoso. Gestire stabilmente un equilibrio tra flessibilità e conservazione dei doveri quotidiani è impegnativo. Cedere ad un “Lasciamo fare, lasciamo stare” è comprensibile. Ma l’esito è l’origine di un’altra quotidianità: quella del dichiararsi sconfitti perché decidiamo di non assumerci le necessarie responsabilità. È una richiesta alta, ma l’educazione ha sempre richieste alte, altrimenti è vuota, priva di senso.
Siamo nello Speciale, perché siamo nella situazione di inversione del pensiero quotidiano. Siamo avvezzi ad applicare i nostri diritti. Diritti a cui facciamo sempre riferimento, soprattutto per dichiarare o comunque ribadire ciò di cui non possiamo essere privati. Questa situazione di emergenza e di pericolo ci mette davanti, con forza, con ruvidità e in modo indiscutibile, a molte privazioni. Qui allora, con forza, il Diritto invoca qualcosa di altrettanto forte e necessario: il Dovere. Per poter conservare il bisogno di rimanere Persona non possiamo solo appellarci ai nostri diritti, ma, necessariamente richiamare e attivare i nostri doveri. Si deve “rimanere a casa”, questo è il limite che ci è chiesto e ci è obbligato; ma come ci si debba stare è il nostro Dovere per quando “usciremo” e ci aspettiamo di ritrovarci persona tra persone.
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Qui concludiamo le nostre brevi e parziali riflessioni, ma un’ultima cosa ci preme dire. Quando da ogni fonte informativa ci viene ripetuto di resistere, pensiamo che a questo termine si debba dare un significato quotidiano e concreto nei nostri piccoli e semplici fatti. Quel resistere pensiamo significhi credere che esiste un futuro a cui, appunto, ogni nostra semplice azione dirige il suo senso. Perché lavarsi le mani con frequenza e con cura? Perché questo può garantire il dopo. Perché continuare a studiare e ad impegnarsi? Perché questo garantisce il dopo. Perché restare a casa? Perché questo è garanzia del dopo. Perché salutarsi con un sorriso? Perché ci apre alla speranza. Costruire l’attesa è, pensiamo, il significato profondo della parole resistere.
Tutti noi Operatori di questo studio faremo riferimento a queste riflessioni per cercare realisticamente di fronteggiare la situazione e dare una concreta immagine di resistenza non fine a se stessa, ma indirizzata alla speranza e alla costruzione del dopo.
Grazie a tutti.
Dr.ssa Rita Bartolini
Dr.ssa Vera Cervini, Dr.ssa Greta Riboli, Dr. Michele Piraneo, Dr.ssa Irene Dall’Ora, Dr.ssa Laura Melchiori, Dr.ssa, Dr.ssa Barbara Milazzo, Dr.ssa Veronica Bonfadini, Dr.ssa, Dr.ssa Marina Consolaro, Dr.ssa Silvia Livietti, Dr.ssa Gloria Vanoli, Dr.ssa Nicoletta Nardelli, Dr.ssa Chiara Saccomani, Dr.ssa Ylenia Biancolin, Dr.ssa Lara Dalla Costa, Dr.ssa Eleonora Davoli
09/03/2020
COMUNICAZIONE IMPORTANTE:
Nel rispetto del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri "Resto a casa", lo studio resterà chiuso sino al 3 aprile.
Ogni attività che possa rientrare in modalità videoconferenza-telematica potrà ovviamente venire attivata.
Grazie per la cortese attenzione
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